Adenoma ipofisario che secerne prolattina
La prolattina (PRL) è un ormone, normalmente prodotto dall’ipofisi, che ha la funzione di stimolare la produzione di latte nelle donne gravide e di impedire un’ulteriore gravidanza durante le prime fasi dell’allattamento. L’iperprolattinemia è quella condizione caratterizzata da valori ematici di prolattina superiori alla norma. Le cause di iperprolattinemia possono essere fisiologiche, farmacologiche e patologiche. Fra le cause patologiche la più frequente è l’adenoma prolattina-secernente, una lesione benigna dell’ipofisi che produce l’ormone PRL in eccesso.
Gli adenomi ipofisari vengono classicamente distinti in base alle dimensioni in microadenomi (se inferiori ad 1 cm) e macroadenomi se maggiori di 1 cm).
I microadenomi sono di più frequente riscontro nelle donne, mentre i macroadenomi si riscontrano con uguale frequenza nei maschi e nelle femmine. Tale differenza è verosimilmente dovuta alla comparsa di sintomi nella donna (alterazioni del ciclo mestruale) che segnalano più precocemente la presenza di un problema rispetto all’uomo.
I sintomi sono legati all’’incremento cronico della PRL che induce nella donna alterazioni del ciclo mestruale e infertilità. Spesso si osserva la presenza di galattorrea spontanea o provocata (secrezione lattea dal seno). Come conseguenza dell’ipoestrogenismo cronico e di lunga durata, possono osservarsi dispareunia ed osteoporosi. Nel maschio la sintomatologia si caratterizza per la presenza d’impotenza, riduzione o perdita della libido, riduzione della quantità di liquido seminale e, più raramente, oligospermia. Possono essere presenti ginecomastia e galattorrea.
La diagnosi si basa su esami di laboratorio, è preferibile dosare la PRL al tempo zero e dopo 15-20 minuti, (in quanto la prolattina è un ormone pulsatile ed è influenzato dallo stress) e radiologici. Vanno sempre escluse le cause di iperprolattinemia secondaria, in genere causata da farmaci. In presenza di elevati livelli ed assenza di sintomi correlati, occorre considerare la possibile presenza di macroprolattinemia, che può indurre valori falsamente elevati di PRL. Dopo il riscontro di elevati livelli di iperprolattinemia sul piano ematochimico, è necessario uno studio radiologico della regione ipotalamo-ipofisaria. L’esame di elezione è la RM (risonanza magnetica) senza e con gadolinio.
La terapia si basa sull’utilizzo di farmaci dopamino agonisti che hanno l’obiettivo di diminuire i valori di PRL, di ridurre il volume della neoplasia e ripristinare una regolare funzione gonadica.
In casi particolari e in seconda scelta si può ricorrere a terapia chirurgica o radiante