Ipertensioni endocrine
Fino ad un 15-20% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa presenta una forma di ipertensione secondaria. L’ipertensione endocrina ne rappresenta la causa più frequente (5-15% dei casi). Le ipertensioni endocrine sono forme di ipertensione provocate da un’eccedenza di produzione di ormoni da parte dalle ghiandole endocrine. Diagnosticare correttamente un’ipertensione endocrina rappresenta una vera e propria sfida, dato che può costituire la modalità di presentazione di diverse endocrinopatie, il cui trattamento chirurgico o farmacologico specifico può portare ad un buon controllo della patologia o addirittura alla guarigione. La diagnosi di ipertensione endocrina dovrà essere confermata mediante opportuni esami di laboratorio e strumentali, che differiscono in base all’asse ormonale alterato.
La maggior parte delle ipertensioni endocrine sono causate da tre classi di ormoni generati dai surreni, le ghiandole poste subito sopra ai reni: il cortisolo, l’aldosterone e le catecolamine (adrenalina e la noradrenalina). Questi ormoni partecipano alla regolazione della pressione e se secreti in quantità eccedenti possono dare ipertensione. Nella gran parte dei casi l’eccedenza delle catecolamine o di aldosterone è il risultato della presenza di un adenoma del surrene, un tumore benigno che può interessare questa ghiandola. Invece, in caso di ipertensione da eccedenza di cortisolo, la patologia può essere riconducibile a un adenoma dell’ipofisi che causa una iperstimolazione del surrene (da eccedenza di ACTH) o a un adenoma a localizzazione surrenalica. Anche l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo possono dar luogo a ipertensione.
L’ipertensione endocrina da catecolamine (feocromocitoma) può collegarsi a cefalea, incremento della frequenza cardiaca, sudorazioni e ansia. Nelle situazioni di eccedenza di cortisolo (sindrome di Cushing) l’ipertensione si collega a manifestazioni cliniche come l’obesità centrale, la presenza (nelle donne) di irsutismo, acne e irregolarità del ciclo mestruale, l’osteoporosi e cambiamenti anche gravi della glicemia. Nell’eventualità, infine, dell’eccedenza di aldosterone l’ipertensione non si collega a sintomi specifici se non, in certe situazioni, alla diminuzione dei livelli di potassio e alle manifestazioni cliniche collegate.
Devono far sospettare un’ipertensione endocrina segnali quali:
- crisi ipertensive associate ad ansia, sudorazione fredda, aumento dei battiti cardiaci,
- ipertensione arteriosa associata a ridotti livelli circolanti di potassio,
- inefficacia del trattamento con almeno tre farmaci assunti contemporaneamente a dosi efficaci negli altri pazienti ipertesi,
- età inferiore ai 40 anni nell’uomo e ai 45 anni nella donna,
- presenza di un adenoma surrenalico,
- presenza di segni e sintomi compatibili con eccesso di cortisolo.
Per la diagnosi esami utili sono:
-esami del sangue, con determinazione di renina, aldosterone, cortisolo, ACTH, TSH,
-analisi delle urine nelle 24 ore (con determinazione delle metanefrine, delle catecolamine e del cortisolo urinario),
-ecografia e TAC dell’addome, risonanza magnetica della regione ipofisaria,
Il trattamento ha come obiettivo l’identificazione e la rimozione chirurgica della causa dell’eccesso ormonale. In preparazione dell’intervento o nei pazienti non idonei alla chirurgia possono essere utilizzati farmaci specifici quali gli alfa e betabloccanti, gli antialdosteronici, gli ACE-inibitori, e i calcio antagonisti.